By Marco Panniccià
Natale è la festa più bella, ogni anno regala un po’ d’incanto alle nostre vite nonostante che, ogni anno, l’assurda “bambinizzazione”, come scrive Michele Serra*, del mondo trasformato in società dei consumi provi a svuotarla di significato, a trasformarla in un chiassoso mercato.
Natale è anche il periodo dell’anno in cui, più di ogni altro, ho la percezione quasi fisica del tempo che passa e all'allegria di queste giornate si mescola un po’ di malinconia: mentre guardo i miei figli, li ricordo da bambini, so che tra poco non saranno più ragazzini e mi sembra quasi di vederli “sfrecciare” verso l’età adulta.
Quest’anno “romperemo” la tradizione e per la prima volta passeremo il Natale in montagna, i ragazzi adorano sciare e sono entusiasti, anche se sotto sotto un po’ gli dispiace di non vedere tutti i parenti come al solito, e non solo per gli “agognati” regali.
Ricordo bene quando hanno smesso di credere a Babbo Natale e in realtà non c’è stato quel pizzico di delusione che tante volte accompagna questa scoperta, anzi è stato piuttosto buffo: era la sera della Vigilia e il fidanzato di nostra nipote si è offerto di vestire i panni di Babbo Natale, si è preparato accuratamente con tanto di pancia finta e ha anche camuffato la voce, ma i bambini, quell'anno, non ci sono cascati, mentre lui distribuiva i regali tutto compreso nel ruolo, ridacchiavano tra loro e alla fine lo hanno smascherato.
Ma se la “favola” di barbe bianche e renne ormai non c’è più, c’è ancora la magia di queste giornate di festa, Natale è ancora Natale e so che anche quest’anno i loro occhi, che già sorridono nell'aspettativa, scintilleranno di gioia, sorpresa, amore e di quelle mille emozioni che spero li accompagnino anche nella loro vita da adulti.
Buon Natale
*(da “Cerimonie” di Michele Serra)
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